25 aprile 2019, non solo a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, lo stesso giorno del 1946, ma con l’impegno di restare accanto alle minoranze che subiscono oggi il ritorno dell’intolleranza e dell’iniquità. Con le armi della verità, della giustizia sociale, della nonviolenza, della Costituzione e delle carte che tutelano i diritti dell’uomo. Senza arrendersi. Ora e sempre.
I nuovi partigiani
di Roberto Malini
L’odio è come vapore nell’aria.
Un fumo che avvelena i cuori
e distrae le coscienze.
Oltre la cortina grigia e narcotica,
però, una resistenza è in atto
ed è fatta di sdegno,
di voglia di cambiare
e contemporaneamente
di solidarietà, di amore.
Li incontriamo ogni giorno,
i nuovi partigiani
e sono donne, uomini, ragazzi
che non si rassegnano
alla malevolenza
né all’indifferenza.
Imbracciano armi incorporee
il cui legno è sentire,
il cui acciaio è creare,
il cui piombo è la parola vera.
Se conoscessimo la proporzione
delle forze in campo
forse potremmo supporre
che alla fine vincerà il bene,
che assorbirà i miasmi
che ci circondano,
come una candela mangiafumo.
Ma del popolo umano
non sappiamo quasi niente
e quello che possiamo fare
è solo darci il cambio
quando è il nostro turno
sul muro.
Sul muro, pronti a combattere
con il nostro legno,
il nostro acciaio
e il nostro piombo,
fino alla fine.
Fino alla fine del mondo.
Nella foto, Emanuele Artom (Aosta, 23 giugno 1915 – Torino, 7 aprile 1944), partigiano, poeta e studioso ebreo italiano, vittima della Shoah.
Preziosa .