Un libro: il primo mattone di un edificio che si chiama cultura, esperienza, esistenza. Dieci libri, cento libri, mille libri e l’edificio cresce, con le età dell’uomo. Metabolizzati, interiorizzati, i libri producono idee e civiltà. Ci offrono nuove garanzie contro brutalità, indifferenza, esasperazione, resa. Le loro pagine sono come ali e percorrono i cieli nascosti nella nostra testa, nel nostro cuore. Nei versi di Alatishe Kolawole i libri sono quasi sempre presenti, come simbolo del potere del pensiero, del coraggio della riflessione, della magia dell’invenzione. Qui di seguito, “Architetture creative”, un’altra breve, sfolgoranti poesia dedicata ai libri e al loro potere segreto.
Architetture creative
di Alatishe Kolawole – trad. di Roberto Malini
Nei libri, la nostra passione per la vita
è contagiosa, in modo disarmante.
Le parole danno una garanzia virtuale
di essere esaltanti.
E volano scintille.
E volano scintille.
E volano scintille.
Mentre portiamo il nostro marchio esclusivo
di intensità nei libri, nostra letteratura.
Tamburellando unicamente idee
in frasi e architetture creative
in felici poesie.
Didascalia, “Il bibliotecario” di Giuseppe Arcimboldo (1562)