Nuovi archetipi, che entrano nei nostri sogni e nei nostri incubi, forse per restare, inducendoci a convivere con realtà che ci turbano, perché non ne eravamo coscienti.
“In questo disegno ho rappresentato da una parte una donna con la mascherina, che rappresena il virus,” spiega Samanta, “e dall’altra la Terra personificata. Ognuna di loro ha un ombra dietro di sé, che sta a rappresentare il tempo prima, quando ancora non c’era il virus. L’immagine che rappresenta il virus è in bianco e nero ovvero è la tristezza che sente ognuno di noi, mentre l’ombra è a colori, perché prima stavamo tutti molto meglio. La Terra invece è realizzata a colori inversi, ovvero la persona è a colori e l’ombra è nera perché da quando noi stiamo in quarantena l’inquinamento è calato e la Terra si sta riprendendo”.
Il progetto “Studenti e coronavirus”
L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.