Studenti e coronavirus: Teresa Valle, “Reale come la poesia”

Per il progetto condotto da Daniela Malini, una riflessione particolarmente interessante di Teresa Valle, 18 anni. Si leggono tante opinioni sugli effetti dell’isolamento e della paura sulla popolazione, ma è raro imbattersi in un pensiero profondo come quello che esprime Teresa.

“Trovo nella mia libreria il saggio di Elsa Morante “Pro o contro la bomba atomica”. Inevitabili riflessioni. Scopro che questo libro è tratto da una conferenza che l’autrice tenne presso il Teatro Carignano di Torino nel 1965. Apro a caso e leggo:“si direbbe che l’umanità contemporanea trovi l’occulta tentazione di disintegrarsi”.

Quanto è ancora attuale, soprattutto in questi giorni oscuri, il tema trattato dalla scrittrice… L’istinto autodistruttivo che affligge la nostra società, quello stesso che ci ha portati un tempo alla scoperta della bomba atomica e oggi allo stravolgimento del pianeta. La civiltà umana ha sempre provato il desiderio di autodistruggersi sin dalla sua nascita, sottolinea la scrittrice, la quale parla di un “surrogato piccolo borghese del Nirvana”, una sorta di Nirvana al contrario, al quale si arriva “attraverso la disintegrazione della coscienza per mezza dell’ingiustizia e demenza organizzate, dei miti degradanti della noia convulsa e feroce”.

Nulla a che fare con il Nirvana proposto dalle religioni che si guadagna con la contemplazione e la rinuncia a sè stessi. È un pensiero che in questo tempo colpisce per feroce e triste attualità. Le bombe atomiche, per Elsa Morante sarebbero, prima ancora che causa potenziale della disintegrazione, la manifestazione necessaria di questo disastro già attivo nelle coscienze.

Ed è qui che entra in campo la funzione dell’artista. L’arte è per la scrittrice il contrario della disintegrazione, l’unico elemento che può combattere questo mortifero Nirvana. Elsa Morante sostiene che lo scrittore per sua indole è capace di andare contro la massa e, per amore di questa, dopo innumerevoli tentativi, riuscirà a reprimere quell’istinto autodistruttivo che la guida, mostrandole l’irrealtà che la circonda.

L’unico elemento reale, o che almeno ritrae ciò che è reale è proprio l’arte, la poesia, il cui artefice è il poeta, lo scrittore colui cioè in grado di restituire alle coscienze l’integrità della realtà”.

Il progetto “Studenti e coronavirus”

L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.

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