Teresa Valle, V Liceo, ama il linguaggio fotografico e chi la conosce e ne apprezza il talento si augura vivamente che la fotografia e il mondo dell’immagine diventino la sua professione futura. E’ proprio nel suo stile silenzioso e riflessivo averci mandato queste foto senza una parola, forse perchè le immagini bastano a mostrare la sua lettura del mondo nel tempo del Coronavirus. Ha voluto introdurre il suo lavoro attraverso le parole di J.L. Godard:
“Si la città è una costruzione nello spazio.
Gli elementi mobili della città?
Non lo so.
Gli abitanti.
Si, gli elementi mobili sono importanti come quelli fissi. (…)
No, nessun elemento ha una vita autonoma.
È sempre legato a ciò che lo circonda.
Forse perché l’osservatore di questo spettacolo sono io.”
Da “Due o tre cose che so di lei” di J. L. Godard
Il progetto “Studenti e coronavirus”
L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.