da Avvenire, domenica 19 aprile 2020
Avvenire dedica due articoli al dramma della tratta, che vede tante donne senza diritti ancora più isolate e fragili, durante questo periodo di lockdown. Il pezzo di Sara Lucaroni è dedicato a ritratti di donne sfuggite alla schiavitù della tratta che, per ritrovare se stesse, adesso aiutano gli altri. Tra di loro, Princess, che lavora in una casa di riposo, e Stella, che assiste gli anziani a domicilio
L’articolo “Tra marciapiede e appartamenti. L’altra faccia della quarantena” parla del dramma della prostituzione ai tempi del Covid-19, sottolineando l’importanza del progetto “Le ragazze di Benin City”, con le sue case di accoglienza che proteggono le vittime di tratta anche in questo periodo di lockdown, che purtroppo le rende ancora più vulnerabili, ancora più sole. Isoke Aikpitanyi, fondatrice dell’iniziativa, risponde alle innumerevoli richieste di aiuto: “Siamo preoccupate soprattutto per le più giovani, appena arrivate con il ‘debito’ da saldare. Le vittime di tratta sono costrette ancora ad essere esposte e ricevere le persone. Il rischio è quello di ammalarsi, perché non possono pretendere che il cliente non si avvicini. Non possono nulla”. Claudio Magnabosco, anch’egli attivista contro la tratta, segnala nuovi pericoli per queste donne in condizioni di totale inferiorità: “Ci sono più balordi, quelli che fanno male, picchiano. Quelli che poi ammazzano”.