Giada Bimbi, II Liceo, partecipa all’iniziativa “Studenti e coronavirus” con un’illustrazione, introdotta da una breve riflessione. L’opera è pervasa dal senso di frustrazione che coglie i giovani in questo difficile periodo, in cui le principali sicurezze sono state messe in discussione e il valore positivo della vicinanza fra esseri umani è stato sostituito dal suo opposto, la distanza, la divisione, l’anaffettività.
“Il mio disegno rappresenta la situazione di adesso,” scrive Giada. “C’è il mondo in cui viviamo, su cui è inginocchiata una ragazza, che rappresenta le mie emozioni attuali. La giovane piange per tutto quello che sta succedendo. Nel disegno vediamo quindi l’immancabile amuchina… protetta a propria volta da una mascherina. Elementi grafici che ci ricordano che utilizzeremo questi due oggetti fino a quando l’epidemia sarà superata. Poi c’è un cuore spezzato che raffigura i sentimenti in questo periodo, i miei e quelli di tanti altri giovani e meno giovani. L’iPhone rappresenta il fatto che soprattutto adesso il cellulare è diventato una parte del nostro corpo, un ponte che ci collega ai nostri amici: nonostante la situazione, loro ci saranno sempre. Infine il cartello di divieto ci ricorda che avremo sempre nuove restrizioni e regole da seguire, fino a quando la pandemia non si esaurirà. Ultimissima cosa, c’è del fumo (il particolato!): da quando noi stiamo chiusi in casa per il 99% delle nostre giornate, il nostro pianeta si sta ravvivando e ripulendo.
Il progetto “Studenti e coronavirus”
L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.