Il pianto e la vergogna di Magda Szabó, poetessa e scrittrice ungherese

di Roberto Malini

Magda Szabó (Debrecen, 5 ottobre 1917 – Kerepes, 19 novembre 2007), una delle autrici ungheresi più celebrate a tradotte. Poetessa e narratrice, nelle sue opere si avverte sempre la latenza di un senso di colpa, legato all’inerzia che manifestò di fronte alle deportazione e allo sterminio degli ebrei in Ungheria, avvenuti quando era insegnante e che riguardarono anche i suoi allievi, alcuni dei quali portarono la stella gialla cucita sul petto e poi scomparvero nel nulla della Shoah. Non riuscì ad aprire bocca, a compiere un solo gesto di ribellione… Conservò solo un pianto interiore e un senso – pudico, ma infinito – di vergogna, che ritroviamo nei suoi romanzi maggiori, Via Katalin, La porta e Abigail. Dopo la guerra, anche lei subì atti di censura e repressione culturale, ma il pianto e la vergogna restarono presenti nella sua coscienza e si manifestarono ai livelli più profondi del suo scrivere.

 

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