di Roberto Malini
Come nacquero la lingua e la grammatica italiane?
Se ne parla nel gruppo degli Amici dell’Accademia della Crusca. Ecco la mia risposta, sintetica che di più non si potrebbe.
A partire dal V sec. d.C., alla caduta dell’Impero romano, mentre il latino classico restava come lingua scritta, nelle diverse regioni si formarono numerose lingue sulla base del latino. Si svilupparono così altrettanti volgari, che pian piano ebbero anche forma scritta. Diventeranno i dialetti delle regioni italiane. I primi documenti volgari in territorio italiano, apparsi intorno all’800, sono i testi antesignani dell’italiano vero e proprio. Nel XIII secolo il volgare siciliano assurse a lingua letteraria e diventò il principale volgare italiano. Alla fine del Duecento Firenze affermò il proprio volgare con pezzi da novanta come Dante, Petrarca, Boccaccio. Dal fiorentino all’italiano il passo non fu breve, ma naturale, perché la lingua ampliò la sua area di influenza dalla letteratura al parlare quotidiano. Riguardo alla grammatica, la più antica che ci sia pervenuta è l’opera denominata “Grammatichetta vaticana” scritta da Leon Battista Alberti tra il 1438 e il 1441. È il primo testo di grammatica legato al volgare italiano, che raggiunse in quel momento la stessa dignità delle lingue classiche.