L’iniziativa “L’arte ci risponde” prosegue con il testo di Christian Picollo, studente di prima presso il Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova. Christian ha scelto un’opera celeberrima, che però non finisce mai di emozionare e sorprendere chi la ammira: Il bacio di Gustav Klimt. L’opera, che appartiene al “periodo aureo” dell’artista viennese, è un tripudio di oro e luce, una luminosità che è mistica ed erotica nello stesso tempo e sembra sprigionarsi dalla coppia stessa, completamente posseduta dai sentimenti d’amore fisico e unione spirituale.
Gli studenti del Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova, coordinati dalla docente e scrittrice Daniela Malini, stanno vivendo una nuova esperienza educativa e culturale, in questo periodo di pandemia e insicurezza sociale. Il tema dell’iniziativa è “L’arte risponde”.
“Siamo partiti dall’osservazione di alcune famose opere d’arte,” spiega Daniela Malini”. “I ragazzi si esprimono attraverso una riflessione, un monologo, un commento. Possono descrivere anche il particolare dell’opera scelta, far parlare un fiore. I sentimenti prodotti dalla pandemia che ci circonda e la situazione di isolamento emergono da soli, perché sono ben presenti nella coscienza dei ragazzi. E l’arte, interrogata da ciascuno di loro, come un test proiettivo dai contenuti universali, offre risposte da luoghi che sono quasi sempre meno ansiogeni della nostra attualità”.
Pochi istanti e l’eterno
di Christian Picollo, 14 anni
Opera scelta: Il bacio di Gustav Klimt
I miei piedi toccano i fiori sotto di me con la stessa dolcezza e delicatezza con cui le mie labbra sfiorano le tue; mi sento come se stessi per librarmi in volo, trasportato dal vento, colmo d’amore.
Sento le tue mani toccarmi con tanta delicatezza il volto, poi le tue labbra cominciano ad avventarsi su di me come un predatore sulla sua preda feroce, ma allo stesso tempo fragile come un bicchiere di cristallo caduto dall’alto su un mare di marmo e con la stessa leggerezza di un piuma caduta da un maestoso volatile, che si posa dolcemente sul terreno.
Sfioro dolcemente, con le mie labbra, il tuo candido viso, bianco come una rosa che sboccia; tutto tace.
Ormai non capisco più se sei tu a muovermi con tanta delicatezza i capelli o è il vento che li sposta pian piano, leggera brezza di primavera che porta con sé aromi di tutti i tipi.
Sono passati pochi secondi e sembra già una vita passata insieme a te. Questo odore di pesca che è nell’aria rende il tutto ancora più romantico.
I nostri cuori, ormai, sono fusi fra loro e la nostra mente non pensa ad altro che a questo bacio, lungo un’eternità, finito in pochi attimi.
Il sole piano piano si nasconde alla nostra vista per poi ricomparire il mattino seguente, ma con sé lascia una luce che illumina il cammino degli uomini e li protegge dai mostri delle tenebre: la luna.
Ecco che, delicate e con la stessa velocità del volo di una farfalla, le tue labbra si staccano dalle mie, i nostri occhi si guardano – sono lucidi – e ci possiamo specchiare in essi come nell’acqua di un ruscello, limpida e quasi invisibile.
Guardandoti sembra che tu stia piangendo, poi sorridi, capisco, quelle sono lacrime di gioia e ci uniamo in un abbraccio.
Sento qualcosa di freddo sulle mie guance, sono lacrime di gioia.
– Smettila di piangere, ormai la notte è arrivata, dobbiamo tornare a casa.
– Pensi che domani ci dimenticheremo di tutto ciò?
– No, perchè dovremmo?
– Perchè ho paura
– Paura di cosa?
– Paura di dimenticare il momento più bello della mia vita.