di Roberto Malini
In occasione del Dantedì istituzionale, che cade il 25 marzo, il Centro Lunigianese di Studi Danteschi ha aperto ai contributi, pubblicati sul n° 183 del Bollettino Lunigiana Dantesca. Sono contributi di grande spessore, fra i quali si segnalano quello del saggista Egidio Banti (Premio Veltro d’Oro), presidente del Centro studi “Niccolò V” di Sarzana, quello della celebre dantista e filologa Serena Pagani (Premio Veltro d’Argento), quello di Davide Pugnana (Premio Veltro d’Argento), critico d’arte e saggista e quello del duo di noti dantisti Giuseppe Ligabue e Clementina Santi (a loro è stato riconosciuto il Premio Veltro di Bronzo). Al centro dei quattro contributi, naturalmente, la figura di Dante Alighieri. Introducendo il Dantedì istituzionale, il grande dantista e direttore del Centro Lunigianese di Studi Danteschi Mirco Manuguerra ricorda quanto siano stati importanti, per l’istituzione del Dantedì le adesioni al progetto da parte delle grandi istituzioni nazionali (la Società Dantesca, la “Dante”, la “Crusca”) e dello stesso CLSD. Al Dantedì istituzionale fa seguito il Dantedì puntuale, il 4 di aprile (giorno in cui, come ricorda Mirco Manuguerra, “Dante sfugge alla morsa della selva oscura alle prime luci dell’alba, per andare a celebrare il trionfo dell’Uomo”). Il mio contributo al Dantedì istituzionale 2022 e al Bollettino, contributo che è stato riconosciuto con il Premio Veltro di Bronzo, è connesso alla drammatica attualità che viviamo e porta all’attenzione dei lettori la vita e l’opera del poeta e artista Taras Ševčenko, che i suoi conterranei, la cui libertà e la cui stessa vita sono oggi assediate dall’invasione russa, definiscono come il “Dante di Ucraina”. Il mio articolo, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento da parte del Centro Lunigianese di Studi Danteschi, è completato dalla traduzione, da me curata, di uno dei suoi canti più celebri presso il popolo ucraino: “ЗАПОВІТ” (“Testamento”).