Scuola e letteratura. Giorgia Castellano, «Meglio soli o male accompagnati?»

Dall’antichità più remota l’uomo fa uso di proverbi, tanto nella tradizione orale che nella letteratura. A volte i proverbi ci aiutano a recuperare quelle particelle di saggezza che ci hanno tramandato i nostri antenati e a farne tesoro. Giorgia Castellano, studentessa del II anno del Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti, ci rende partecipi della sua riflessione su uno dei proverbi più frequentemente citati e sul suo valore nel mondo di oggi, in particolare quello dei giovani: «Meglio soli che male accompagnati».

Meglio soli o male accompagnati?

di Giorgia Castellano, II Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova

È una domanda  o un aforisma? Non saprei, ma penso che in un caso o nell’altro  voglia comunicare un insegnamento, un avvertimento.
Ce l’hanno spesso ripetuto i genitori, i nonni, tutte le volte che abbiamo dovuto fare qualcosa insieme a qualcun altro e siamo stati lasciati soli, quando l’amica del cuore ha preferito uscire con altre persone, quando a scuola, in un lavoro di gruppo, ci siamo ritrovati soli a portarlo avanti per terminarlo nei tempi stabiliti. Il “dilemma” rimane. L’uomo in quanto animale sociale, dotato di intelligenza, ha bisogno del confronto con i suoi simili, da sempre infatti ho cercato di vivere in gruppo. Le compagnie non sempre però sono quelle giuste, tuttavia  anche quando sentiamo che potrebbero essere dannose, pur di non rimanere soli, le accettiamo, le facciamo nostre senza pensare alle conseguenze, perché nel momento in cui accettiamo “la mala compagnia” dobbiamo condividere tutto e spesso è facile entrare a farne parte ma difficile uscirne. A questo proposito non posso fare a meno di ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i giudici uccisi dalla mafia trent’anni fa, perché a mio parere loro sono un chiaro esempio di come si scelgano le buone compagnie (infatti loro si sono scelti reciprocamente) e di come sia meglio rimanere soli piuttosto che “in compagnia” dovendo però accettare  di piegarsi a un sistema corrotto. Hanno pagato un carissimo prezzo per questa loro scelta ma ci hanno lasciato un preziosissimo insegnamento di cui tutti abbiamo il dovere di fare tesoro. Sono convinta che se loro potessero rinascere farebbero le stesse scelte di allora, anzi, forse sceglierebbero una solitudine ancora maggiore pur di evitare le  “male compagnie” e non solo per loro,  ma anche per tutti noi. Ecco perché sono d’accordo con l’antico proverbio che afferma «Meglio soli che male accompagnati».

Dipinto di Edward Hopper, «Automat», 1927

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