Come abbiamo salvato la “Ragnatela” di Pesaro, opera pavimentale risalente ai della Rovere

di Roberto Malini

È stato un grande impegno, che ha richiesto un’interazione quotidiana con il Ministero dei Beni Culturali, la Soprintendenza della Regione Marche, la Direzione dei lavori del Comune di Pesaro e la società civile della città, che si è schierata a difesa della “Ragnatela” con cui Nicolò Sabbatini, geniale architetto di corte dei della Rovere caratterizzò la più importante piazza pesarese, in occasione delle nozze del 1621 fra i giovanissimi Federico Ubaldo della Rovere e Claudia de’ Medici. L’opera pavimentale ha rischiato di essere perduta nella sua materia antica, marmo e pietra d’Istria, sostituita da blocchi di pietra moderni, tagliati a macchina e impersonali. Abbiamo così preservato un simbolo della città di Pesaro e della sua storia, che ha avuto momenti gloriosi e ha saputo sempre superare i periodi più duri. L’ampio disegno geometrico della “Ragnatela”, infatti, non ci riporta solo alla casata dei Della Rovere e al genio dell’architetto Nicolò Sabbatini. Ci ricorda anche il periodo in cui Pesaro fu gestita, in modo pessimo, dei legati pontifici; i nuovi fermenti di progresso culturale del Settecento; il Risorgimento e Rossini, che proiettò il capoluogo nella dimensione odierna di “Città della Musica Unesco”. La “platea magna”, divenuta poi piazza Grande, piazza Maggiore, piazza Vittorio Emanuele e infine piazza del Popolo, ha assistito, in tempi più recenti, al passaggio indimenticabile di leader politici che hanno dato speranza ai lavoratori e orgoglio agli antifascisti, come Filippo Turati; a due guerre e alla tragedia delle deportazioni. Tragedia immane di cui Liliana Segre, che vediamo spesso camminare sulla “Ragnatela” è fra i più importanti testimoni. Quindi attraverso le maglie della “Ragnatela” sono passati… il boom economico, cambiamenti, crisi, progetti… fino a questi nostri giorni di travaglio, ansia, ma anche speranza. Qualcuno, recentemente, ha detto a me e ai miei amici che mi aiutano nel salvataggio di opere d’arte, che sprechiamo il nostro tempo per “quattro sassi”. Quel qualcuno si sbaglia, perché il nostro impegno è per la memoria, per l’anima della nostra e di altre città, per il retaggio del genio e della civiltà, che permeano, per esempio, quei “sassi bianchi” accatastati in piazza del Popolo e via via recuperati per essere reintegrati nel loro sito storico, la nostra piazza maggiore.

Un ringraziamento particolare alla giornalista Miléna Bonaparte e al Corriere Adriatico, che hanno puntualmente dato notizia del salvataggio, dal primo appello alle recenti notizie, che hanno confortato migliaia di cittadini pesaresi. Pubblichiamo qui si seguito quattro degli articoli apparsi sul Corriere Adriatico durante le diverse fasi dell’azione a difesa della “Ragnatela”.

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