Scrivere per conoscere. Gruppo Rock, “Il vento del gatto”

Il vento del gatto

di Giulia Siccardi e Giulia Cassinelli (Gruppo Rock)

Marco uscì di casa alle undici circa di sera per andare a fare una passeggiata, nel suo animo c’era un velo di tristezza: il suo amato gatto era sparito da alcuni giorni.

Vide un lampo, sentì il rumore del vento molto intenso e si spaventò: decise allora di rientrare.

Davanti alla porta di casa, sullo zerbino, vide una busta chiusa. L’aprì e lesse il messaggio contenuto al suo interno: “Buongiorno Signor Marco, ho ritrovato il suo gatto rosso.”

Marco, esaltato dalla felicità, il giorno dopo andò subito a riprenderselo.

Per ringraziare l’uomo che aveva ritrovato il suo gatto gli offrì una confezione di zollette di zucchero e una di biscotti.

Dopo essere rientrato nella sua abitazione, sentì una musica molto forte in lontananza, ma non ci fece molto caso.

Solo più tardi si accorse che la catena del portoncino di casa si era spezzata in due: il gatto era sparito nuovamente e di lui non si seppe più nulla.

Nell’aria vibrava, come un vento, la musica che aveva già sentito.

Studenti, scrivere per conoscere se stessi e il mondo

di Daniela Malini

L’abilità di scrittura, a scuola, soprattutto al Liceo, rappresenta uno degli scogli più difficili da affrontare. Lo stesso tema d’italiano, così importante per conoscere gli allievi, rischia di diventare un esercizio come tanti, un rito nella migliore delle ipotesi. Manca, nella scuola, l’idea che l’apprendimento possa rappresentare anche un piacere, uno sforzo che dà piacere.

La scrittura espressiva rappresenta uno strumento straordinario di conoscenza di sé e del mondo. Per poter scrivere è prima necessario osservare, non solo gli aspetti esteriori dell’essere umano, ma soprattutto quelli interiori. Ci vuole un pizzico di psicologia, inoltre, per raccontare al lettore le dinamiche sottese ai comportamenti dei vari personaggi. La scrittura, inoltre, in particolare quella individuale, permette ai ragazzi di esprimersi protetti dal mondo rappresentato, una meravigliosa finzione sempre presente quando assumiamo il ruolo di voce narrante.

La storia nasce sotto gli occhi dei ragazzi, nascono suoni, profumi, paesaggi: alcuni sopravvivono ed entrano nella vicenda, altri scompaiono con una semplice cancellatura.

Se poi la scrittura viene realizzata in piccoli gruppi di lavoro, entrano in gioco altre dinamiche, centrali nel processo di crescita: rinunciare a qualcosa, magari a un’idea, per il buon risultato del gruppo, oppure insistere per riuscire ad affermarla; imparare a confrontarsi senza scontri eccessivi, saper ascoltare, imparare a condividere i risultati, uscire dalla dimensione dell’io per entrare in quella del noi.

La nuova iniziativa riservata agli studenti – che Genova Poesia accoglie con la sua consueta, meravigliosa disponibilità – presenta una serie di racconti elaborati in piccoli gruppi di scrittura, che sono stati in seguito raccolti e controllati dal gruppo editing, che cambia nel corso dell’anno scolastico. A ogni gruppo è stato assegnato uno stile musicale (Rock, Pop, Rap, Hip-Hop, Classic, Jazz) e a tutti i gruppi alcuni elementi comuni: un gatto rosso, alcune zollette di zucchero, un forte vento, una catena spezzata, ecc.

La prima stesura è stata condivisa con tutti gli studenti, anche per ascoltare eventuali suggerimenti dei compagni degli altri gruppi.

Successivamente i vari gruppi hanno lavorato in stretto contatto con l’insegnante, che ha una funzione di supervisione: è la fase più complessa, che ancora deve essere migliorata, in quanto le parti del testo da rivedere o le proposte di cambiamento devono essere condivisi con tutto il gruppo.

A tutto questo lavoro si sono aggiunte le opere digitali dell’artista Roberto Malini (due di esse corredano questo breve articolo), che si è prestato a creare dipinti e disegni in A.I. e graphic design ad hoc per ogni storia.

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