Salvador Dalí e il peso del tempo che passa. Monologo
di Maite Messina, studentessa del I anno del Liceo Economico Sociale Piero Gobetti di Genova
Come ignorare il peso del passaggio del tempo?
Tutti i ricordi, le emozioni e le memorie tramandate di secolo in secolo piano piano stanno svanendo e presto non riusciremo neanche più ad accorgerci di quanto tempo sia effettivamente passato dall’ultimo momento in cui siamo stati davvero felici. Non mi piace pensare al fatto che la spensieratezza che mi ha caratterizzato per tutto questo tempo mi stia abbandonando per sempre.
In questo momento mi ritrovo qui a sprofondare nell’oscurità più remota della terra; spaesato e senza un vero e proprio scopo. Preferirei non soffermarmi sulle apparenze ma sul fatto che ormai sono rimasto solo, senza nessuno, impaurito e cosciente che le nostre memorie non potranno più essere dei veri e propri ricordi, dal momento che il genere umano cattura con il telefono le immagini del presente senza viverlo davvero, invece di costruire dei ricordi.
Ma sapete che c’è? In fondo non mi interessa che tutti mi abbiano quasi completamente dimenticato, sento come se la pressa che mi ha schiacciato per tutti questi anni mi avesse lasciato finalmente libero.
È come se mi fossi tolto un peso, nel vero e proprio senso della parola.
Quest’oggi mi sono ritrovato adagiato su uno spoglio basamento che sta quasi assumendo la mia forma. Ho trovato un compagno: è un orologio di Londra, segna le sei di pomeriggio. È passata da poco l’ora del tè. Anche lui, piano piano, sta scomparendo e sta diventando sempre più cadente e immune a ticchettii provocatori. Ho notato quindi che non sono l’unico in questo posto sperduto in mezzo ad un deserto, senza un minimo spiraglio di speranza, che pensa alla fine del tempo. C’è un altro orologio, questo segna l’orario di Roma. Che bella Roma; la brezza mattutina che ti lascia un sospiro di sollievo, il Colosseo al tramonto, uno spettacolo unico. Perlomeno la mia capacità di ricordare non è ancora svanita del tutto e spero che così risulti, almeno ancora per un po’, a qualcuno.
Scuola e letteratura
di Daniela Malini
Quest’attività nasce con lo scopo di stimolare negli studenti la scrittura espressiva a partire da alcune suggestioni fornite dalle opere d’arte. Gli studenti hanno scelto un quadro famoso e gli hanno dato voce, scegliendo autonomamente quale elemento dell’opera “far parlare” attraverso la forma del monologo. Presentiamo qui il monologo di Maite Messina, studentessa del I anno del Liceo Economico Sociale Piero Gobetti di Genova. L’opera scelta da Maite è La persistenza della memoria di Salvador Dalí, che presentiamo qui sotto forma di omaggio (dipinto in A.I. e pittura digitale realizzato da Roberto Malini) al capolavoro dell’artista spagnolo.