Pesaro, la società civile e gli intellettuali dicono no a murales e vernici sulle facciate del centro storico

di Roberto Malini

Il Comune di Pesaro ha deciso – come illustra la Determinazione n°1272 del 25 maggio 2023, sintetizzata dalla giornalista Letizia Francesconi sul Corriere Adriatico del 28 maggio scorso – di trasformare le facciate degli antichi edifici di via Passeri, via Mazza, via Castelfidardo e altre del centro storico, nonché il Complesso monumentale della Misericordia di via della Vetreria/via della Battaglia, in una sequenza di murales, coprendo gli intonaci caratteristici della città da secoli e i tradizionali muri di mattoni. Alcuni degli edifici interessati dal progetto appaiono nella mappa del cartografo seicentesco Jean Bleau. Le facciate delle case su cui si vorrebbe intervenire sono in gran parte del XV, XVI e XVII secolo e rappresentano il pregio secolare del centro storico cittadino. Il Comitato “Pesaro città d’arte e cultura” e tanti cittadini esprimono la loro ferma disapprovazione e si appellano agli organismi che tutelano i beni culturali e il paesaggio. Chi sostiene il piano ha affermato di voler imitare la città di Lione, senza considerare che i graffiti della città francese sono stati realizzati su scalinate, muri di cemento, pareti di edifici privi di caratteri storici, mentre su questi ultimi anche a Lione è proibito – come in ogni città d’arte del mondo civile – intervenire modificandone l’aspetto. Le facciate degli edifici e i portali del centro storico di Pesaro devono essere difesi da qualsiasi intervento che non ne valorizzi l’aspetto legato all’epoca della sua edificazione e alle sue secolari tradizioni. Riguardo al Complesso della Misericordia (che veniva chiamato popolarmente “Zoccolette”, in virtù degli zoccoli di legno che indossavano le orfane ospitate nel suo conservatorio) si tratta di un’architettura monumentale fra le più notevoli delle Marche e non solo, essendo opera dei grandi architetti del Settecento Giannandrea Lazzarini e Tommaso Bicciaglia. Il Comune ne è bene al corrente e si era impegnato recentemente insieme all’Erap e alla Regione, sotto la vigilanza della Soprintendenza, a sottoporlo a un restauro architettonico di grande qualità. Un impegno già disatteso nei propositi, che vorrebbero trasformare una parte preziosa del centro storico in una specie di periferia allucinata, coperta da una forma di espressione che mal s’adatta a un luogo di storia, arte e cultura. Oltre che da vernici tossiche che rilasciano particelle pericolose per la salute umana e rovinano gli intonaci impedendo ad essi di “respirare”. Un appello urgente è stato trasmesso al Ministero dei beni culturali, alla Soprintendenza delle Marche, all’UNESCO, alle istituzioni locali affinché il progetto sia cancellato e i beni culturali di via Mazza e via Castelfidardo siano tutelati nella loro storicità, bellezza e tradizione.

Qui di seguito gli articoli di Letizia Francesconi e Miléna Bonaparte, dedicati al progetto dei murales nel centro storico

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