di Nicolò Scialfa
In piazza della Nunziata, nel quartiere di Prè. Barocco. Facciata neoclassica. Secondo Montesquieu la più bella Chiesa di Genova. Charles Dickens rimane incantato: “se si guarda verso le tre Cupole in alto in un giorno luminoso, stando davanti al grande altare, si resta storditi dallo scintillìo e dalla gloria del luogo… è così finemente dipinta e dorata che sembra una grande tabacchiera smaltata”. Affreschi seicenteschi di Giovanni e Giovan Battista Carlone e di Gioacchino Assereto, intarsi marmorei policromi di Domenico Scorticone e Giacomo Porta. Sul portale, all’interno, c’è un quadro di Procaccini, molto bello. Teatralità della cupola costruita con affreschi a trompe-l’œil da Andrea Ansaldo. Nelle navate e sugli altari opere di eccellenti artisti come Luca Cambiaso, Guercino, Bernardo Strozzi, Giulio Benso, Giovanni Battista Paggi, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, Andrea Semino… per citarne solo alcuni. Si ipotizza che il nome Vastato (da guastum o vastinium, cioè demolizione) indicasse i guasti, le aree prive di alberi o altro riparo per eventuali attaccanti subito al di fuori delle mura cittadine, dove andavano ad esercitarsi i balestrieri genovesi. Devastata dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale, oggi è di nuovo stupenda… come Genova, oggi ferita ma in grado di guarire e tornare più bella e forte.