“Apolidi”: una mostra che ci ricorda (ancora una volta) il valore dell’accoglienza

di Roberto Malini

Si è concluso a Roma, Palazzo Merulana, l’evento d’arte e civiltà “Apolidi, identità non disperse” (seconda edizione). Tema della mostra, i migranti, i profughi, gli apolidi in una società che perde a poco a poco i valori della solidarietà e dell’accoglienza. Dipingere i diritti umani, la sofferenza di individui e popoli, la realtà dei perseguitati e degli esclusi è il compito più importante dell’arte, anche se spesso gli artisti del nostro tempo rappresentano l’effimero, il superficiale, il voluttuario, dimenticando la verità del nostro mondo. Un ringraziamento ad Antonietta Campilongo, che invece è sempre attenta e non perde mai la memoria. E un grazie anche agli artisti che continuano a credere in una missione dell’arte, nonostante la società intorno a loro sia indifferente ai valori umani e civili. Nella foto, la mia introduzione al catalogo della mostra “Apolidi”, con due opere della serie “Sulla nostra pelle”, che ho realizzato insieme a Fabio Patronelli (eletto quest’anno “Artista dei bambini d’Africa”) proprio in occasione dell’evento.

Nelle foto, le prime pagine del catalogo della mostra “Apolidi” 2019; da sinistra, Antonietta Campilongo, Fabio Patronelli e Roberto Malini durante il vernissage della prima edizione dell’evento

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