Studenti e coronavirus: Ginevra Zurzolo, “Love Story 2020″

Ginevra Zurzolo, V Liceo, propone tre opere, sequenziali fra di loro. “Ha chiesto a me e a Genova Poesia di sceglierne una,” commenta Daniela Malini, “ma niente da fare: ci hanno colpito, anche se in modo diverso, tutte e tre. L’ultima, quella che ha come sfondo una galassia, definisce le prime due in un trittico caratterizzato da un simbolismo essenziale”.

Ecco come la giovane artista ha commentato i tre disegni:

“Il momento, oramai definibile storico, in cui stiamo vivendo ci porta a poter comunicare solamente attraverso computer, videochiamate, messaggi. Tutto totalmente virtuale, una connessione illusoria potremmo anche dire. Ancora più surreale è la visione di queste due frecce appartenenti a un computer, a un sistema binario senza emozioni, incontrarsi. Due frecce, le uniche che virtualmente e allo stesso tempo realmente si possono toccare, possono essere la fonte di contatto di due corpi che momentaneamente si trovano sospesi in questo limbo digitale. Ecco cosa può voler dire una storia d’amore in questo periodo particolare, un contatto illusorio ed effimero, ma allo stesso tempo essenziale”.

Il progetto “Studenti e coronavirus”

L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.

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