Studenti e coronavirus: Giulia Ferrando, “Amuchina gel” e Leandro Costa, “Dalla finestra”

Il disegno è certamente uno strumento formidabile per l’integrazione tra compagni di classe. In un liceo artistico lo è ancora di più. Potersi ritrovare tutti insieme grazie alle videolezioni, uno degli strumenti della didattica a distanza, ha permesso a tutti i ragazzi di sentirsi ancora un gruppo, anche nelle attuali condizioni di isolamento. Così, grazie alla collaborazione degli studenti, dei genitori e del docente di sostegno, professor Marco Guglielmi, il gruppo classe è rimasto sempre unito. Presentiamo qui due lavori che hanno potenti riferimenti con questi giorni difficili.

Nel disegno di Giulia vediamo una mano contaminata da virus e batteri, combattuti dal potere dei disinfettanti, di cui si parla e scrive molto, di questi tempi. Giulia ama gli animali, soprattutto i gatti ed è sempre entusiasta del suo speciale rapporto con loro. E’ una ragazza solare, ama viaggiare e conoscere persone e luoghi. In questa occasione ha voluto parlarci di come è cambiata, in questo periodo, la sua vita.

Leandro Costa raffigura la casa, ambiente in cui tutti, oggi, siamo confinati a causa delle misure disposte dal governo italiano per limitare il contagio. La casa di Leandro è vista dall’esterno; lo studente è in isolamento, così come suo fratello, ed entrambi guardano fuori dalla finestra. Leandro ha una notevole passione pe il disegno e i suoi lavori sono molto apprezzati. “Dalla finestra” rappresenta uno sguardo nostalgico sulla natura, che fuori di casa si sta risvegliando. Leandro osserva dalla finestra il paesaggio. Probabilmente anche suo fratello, nella stanza vicina, sta facendo la stessa cosa. La serratura, enorme, è di forte impatto emotivo: la porta è chiusa, anche se presto si riaprirà. Fuori un mondo di luce lo sta aspettando.

Il progetto “Studenti e coronavirus”

L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.

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