Studenti e coronavirus, Eugenia Angeloni, “In una stanza buia”

Eugenia Angeloni, II Liceo, custodisce degli autentici piccoli tesori nei suoi quaderni, nei diari, nei cassetti della sua cameretta. Non è stato facile avere da lei questo disegno, per questo lo apprezziamo ancora di più. Ecco come ce lo ha raccontato:

“Per descrivere il disegno, sinceramente non saprei da dove partire. Di solito lascio alle persone  la libertà di interpretare.Per me rappresenta una ragazza chiusa in una stanza buia, con sé ha solo il telefono per parlare con i suoi amici, famigliari, professori, un cuscino che tiene stretto a sé, come se volesse simulare un abbraccio o volesse credere di abbracciare qualcuno e un barattolo di vernice fluorescente, con cui ha dato sfogo ai suoi pensieri e a ciò che sta capitando in questo periodo scrivendo sui muri della stanza, segnando anche i giorni di quarantena fino ad oggi. In quel momento buio, la ragazza sta chattando con una persona che ama, un piccolo conforto in un periodo così difficile. Mentre facevo lo schizzo mi sono lasciata andare senza effettivamente pensare a un motivo dietro il disegno”.

Il progetto “Studenti e coronavirus”

L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.

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