di Roberto Malini
È morta Flavia Franzoni, moglie di Romano Prodi, all’età di 76 anni. Era una donna sensibile e profonda, sempre attenta alla difficile condizione delle persone e dei gruppi sociali più vulnerabili. Non la ingannavano le calunnie della propaganda politica né i pregiudizi che colpiscono gli esclusi. La conoscemmo il 29 marzo 2012 a Roma, durante un incontro tra alcune organizzazioni in difesa dei rom e sinti, le istituzioni italiane e la Commissione Europea, avvenuto nella Sala della Lupa, a Montecitorio, presso la Camera dei Deputati. L’incontro ebbe come tema la necessità di tutelare le comunità rom e sinte indigenti, marginalizzate e perseguitate. Aprì i lavori il Presidente della Camera Gianfranco Fini, seguito dalla Commissaria Europea Viviane Reading, dal Ministro all’Integrazione e Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi e dal Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Pietro Marcenaro. Una lettera-appello, firmata dai fondatori di EveryOne Group Dario Picciau, Matteo Pegoraro, Glenys Robinson da me, fu letta dallo stesso Gianfranco Fini. Durante l’incontro EveryOne Group criticò duramente il cosiddetto “piano nomadi” deciso per decreto quattro anni prima dall’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal Ministro degli Interni Roberto Maroni. Flavia era presente all’evento, insieme al marito. La colpì molto il nostro appello – unito alla lettera – al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affinché concedesse la grazia a Toma Ciuraru, anziano rom rinchiuso nel carcere di Montacuto (Ancona) senza aver commesso alcuna colpa. Nel corso dell’incontro furono inoltre lette alcune mie poesie dedicate ai rom e sinti, tratte dalla raccolta “Il silenzio dei violini”. Flavia volle conoscere il significato di quel titolo. Fu l’attivista Marcello Zuinisi a risponderle: “Il titolo che Roberto ha scelto si riferisce a quel silenzio che calò nei luoghi di morte della Shoah quando i musicisti rom ed ebrei furono assassinati. Di loro restò solo il silenzio, perché i loro violini, all’improvviso, tacquero”. Flavia chiese una copia del libro e qualche settimana dopo mi inviò una commovente lettera in cui esprimeva il suo apprezzamento dell’opera. Le nostre condoglianze più sincere a Romano Prodi, alla famiglia Franzoni e a tutti coloro che hanno amato Flavia.