“Foto di gruppo con signora” di Heinrich Böll

di Nicolò Scialfa

“Foto di gruppo con signora” (“Gruppenbild mit Dame”) è un romanzo dello scrittore tedesco Heinrich Böll, Premio Nobel per la letteratura nel 1972. Romanzo postmoderno del 1971. Leni Gruyten, vicina ai cinquant’anni, “non capisce più il mondo e dubita di averlo mai capito”. Rifiuta la società capitalista e si costruisce un mondo imperniato su valori minimali ma autentici. Costruzione pseudo-documentaria, lettura degli anni tra il 1922, anno di nascita della Signora, e il 1970 (voci di dizionario, relazioni burocratiche, articoli di giornali, capitoli di un manuale militare nazista, lettere ufficiali). Leni si sposa per dovere, non riesce a mantenere il patrimonio ereditato dai genitori, frequenta gli esclusi e gli ultimi, educa il figlio da sola e, a distanza di 23 anni, ha un altro figlio dal suo inquilino Mehemet, operaio della nettezza urbana. Rifiuti e sporcizia, come sostiene lo stesso autore, sono parole chiave del libro. Le ossessioni di Böll vengono esplicitamente e continuamente descritte: guerra e totalitarismi, sfruttamento capitalistico e povertà degli esclusi. Tecnica narrativa che mette a dura prova il lettore, profondità e complessità non comuni. Siamo di fronte a qualcosa di ostico e duro come ostico e duro è il mondo tedesco e occidentale in genere. Nobel assai meritato. Böll coraggioso nella denuncia. L’occhiuta, ipocrita e moralistica società borghese tedesca degli anni settanta lo accusa addirittura di nutrire simpatie eversive. Nulla di più falso… Böll si limita, da grande romanziere, a descrivere il mondo com’è ed usa una tecnica poco digeribile al lettore superficiale. La sua Signora non comprende bene neppure la devastante portata del Nazismo ma è naturalmente sofferente di fronte alla crudeltà del mondo. La visione di Böll è disincantata, aspra ma terribilmente veritiera. Una lettura contro i populismi razzisti oggi dilaganti e un severo monito alla miope società europea che non paga di essersi suicidata nella prima metà del Novecento continua a pensare che l’unico legame tra gli esseri umani sia quello monetario.

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