Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore

di Nicolò Scialfa 

La cognizione del dolore è un romanzo di Carlo Emilio Gadda, composto tra il 1938 e il 1941. A causa della guerra, il romanzo resta incompiuto e viene pubblicato solo nel 1963 da Einaudi.
A Lukones, in una villa isolata, una madre e un figlio si fronteggiano. Lui, don Gonzalo, che le dicerie vogliono iracondo, vorace, crudele e avarissimo, è divorato da un male oscuro, quello che «si porta dentro di sé per tutto il fulgurato scoscendere d’una vita». Lei, la Signora, è ridotta da una desolata vecchiezza e dal lutto per la morte dell’altro figlio (il «suo sangue più bello!») a una spettrale sopravvivenza. Li unisce un amore sconfinato, li separa un viluppo di gelosia, senso di colpa, rancore, dolore – preludio al più atroce degli epiloghi. Intorno a loro una casa dissennata, feticcio narcissico ed epicentro di ogni nevrosi, estremo rifugio e tomba, e un’immaginaria terra sudamericana identica alla nostra Brianza, vessata dai Nistitúos provinciales de vigilancia para la noche ‒ che a tutti vorrebbero imporre la loro violenta protezione ‒, assediata da robinie e banzavóis, disseminata di strampalate ville, popolata di «calibani gutturaloidi» che come miserabili Proci dilapidano le attenzioni della Signora. E che Gonzalo vorrebbe cancellare, insieme al barcollante feudo e a tutte le «figurazioni non valide». Perché il «male invisibile» da cui è affetto lo condanna a distinguerle e negarle, quelle «parvenze»: a respingere la «cara normalità», la turpe contingenza del mondo. Anche a prezzo di negare se stesso, anche a prezzo della più dura cognizione, quella che consegna alla solitudine e alla «rapina del dolore». (Risvolto di copertina)
Romanzo frammentario, trattato filosofico sul male (il titolo rimanda ad un passo di Schopenhauer). Simbolismo, arcaismi e neologismi, paradosso, grottesco, barocco, difesa dalla vita e dal male, dalla stupidità del mondo, dal triste destino della comune sofferenza umana. Echi di Sterne, autobiografia (Gonzalo /Gadda), Io “pidocchio del pensiero”, morte del padre e del fratello, radiografia dell’oltraggio, chirurgia del Dolore. La parola “oltraggio” è il leitmotiv di tutto il romanzo. “Accrescere in conoscenza è gravarsi di dolore”. Questo e altro è lo stupendo libro di Carlo Emilio Gadda, scrittore geniale, artigiano della parola, sperimentatore serissimo. Soffio d’aria pura e lampo di intelligenza vivissima.

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