Recensione della collana “Le isole del suono” (Lavinia Dickinson Edizioni) sul prestigioso Le Monde diplomatique

di Roberto Malini

Un editore minuscolo, che tuttavia è presente, con i suoi titoli, sulle più prestigiose pubblicazioni letterarie e nelle sedi istituzionali dedicate alla cultura e alla civiltà. Merito di un progetto alternativo e indipendente, un progetto nato come un atto di fede nel recupero da parte della poesia di un ruolo-guida nella società. Con questo spirito, Lavinia Dickinson Edizioni ha scoperto e/o valorizzato autori originali e carismatici, antiaccademici, innovatori e sperimentatori della parola. Pensiamo a Steed Gamero, poeta dei due mondi, divenuto autore di interesse nazionale in Perù e contemporaneamente uno dei poeti più premiati e riconosciuti in Italia. E che dire di Isoke Aikpitanyi, autrice ed attivista contro la tratta di esseri umani nel mondo, Premio Martin Luther King, Premio Makwan e Premio Donna dell’Anno? La sua opera prima, “Spada, sangue, pane e seme”, uscita nel 2013, è ancora il best seller di Lavinia Dickinson Edizioni. Ma i risultati di questo editore così diverso dagli altri sono legati indissolubilmente alle opere e all’impegno di tutti gli autori che fanno parte del suo breve, ma significativo catalogo: da Daniela Malini a Elisa Brigida, dai poeti inclusi nell’antologia dei Centomila poeti per il cambiamento a me, che con Lavinia ho pubblicato le mie più recenti raccolte di poesia. Meritano di essere citati anche coloro che hanno creduto nel progetto, regalandoci splendide prefazioni: Roberto Saviano, il fisico teorico Lee Smolin, l’Hiroshima Peace Memorial Museum, lo storico Pasquale De Fazio, il poeta Michael Rothenberg, fondatore dei 100 Thousand Poets for Change, i maestri di ebraismo Avraham Greenbaum, Michael Whitman e Velvel Spiegler. La nuova collana di Lavinia Dickinson Edizioni si chiama “Le isole del suono” e ha pubblicato finora tre raccolte: “Chi ha detto che non sarai felice?” di Skylar, “Immergi i piedi in questo fiume di speranza” di Alatishe Kolawole e “A quelli che non sanno che esiste il vortice” di Antonella Rizzo. Tre autori che si inseriscono perfettamente nel progetto di Lavinia, con tre libri tanto essenziali quanto rivoluzionari. Libri che emozionano, ispirano e fanno già scuola. Nel mio ruolo di editore, accolgo con orgoglio la recensione – agile e sfolgorante come un fulmine – scritta dal grande poeta e saggista Antonio Veneziani per il prestigioso mensile di informazione, opinione e cultura Le Monde diplomatique, inserto pubblicato dal Manifesto a partire dal 1994. Una recensione – e che recensione! – su Le Monde diplomatique, che esce ogni mese in ben ventisei edizioni straniere ed è un punto di riferimento per le istituzioni culturali internazionali, è una medaglia al valore per chi crede nell’indipendenza della cultura e nel valore fondamentale dell’intercultura. Che soddisfazione, leggere le splendide parole di Veneziani sulle nostre edizioni (rese così uniche, veri “gioielli”, come scrive giustamente il recensore, dal lavoro grafico e artistico di Dario Picciau) e sui tre libri delle “poestar” di Lavinia: Skylar, Alatishe Kolawole e Antonella Rizzo. 

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