Studenti e Coronavirus, “Progressione geometrica”, una riflessione di Federica Cardosi, scrittrice e docente di Filosofia

Riceviamo con piacere l’intervento della professoressa Federica Cardosi, scrittrice, docente di Filosofia. Ringraziamo Federica anche per aver ispirato il progetto, chiedendo ai suoi studenti di esprimersi sul periodo presente utilizzando qualsiasi linguaggio artistico.

Progressione geometrica

Non mi sento reclusa. Non mi annoio. Già cerco da sempre soltanto gli amici. Vivo nell’essenziale. I libri sono il bene vivo più prezioso che posseggo, dopo gli affetti – animali e natura compresi – e la salute. So stare da sola. So stare in silenzio. Sono in casa ma non sono ferma. Ogni tempo ha il proprio oro. Cresco in progressione geometrica come questo contagio. Mi mancheranno questi giorni di aria tesa e pura, di canto d’uccelli sopra ogni altra voce. Questi giorni lenti. Sensati. In cui tutto torna. E torna all’origine dell’uomo. O del divino, che altro nn è che questa bellezza primordiale. Che era prima dell’uomo e che dopo l’uomo sarà. In eterno. Non abbiamo saputo esserle grati. Capirne il dono. L’ospitalità. Ce ne andremo. Io in pace. Il resto del mondo non so. Non mi sembra pronto neppure ora che, costretto, si guarda allo specchio col volto di un virus senza riconoscersi ancora. Non avevo bisogno di questi morti e di questo dolore per capirlo. Per loro mi dispiace. Ma tutto e tutti sapevamo. Nessuno è innocente e ogni errore chiede un tributo. È l’equilibrio dell’universo. Non grido contro nessuno. Né in cielo né in terra. Mi guardo dentro e so che posso fare di più. Devo fare meglio. E lo farò. Se mi sarà concesso.

Il progetto “Studenti e coronavirus”

L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.

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