Studenti e coronavirus, Angelica Russo, “Immoto orologio”

Angelica Russo, V Liceo, è una giovane donna dalla notevole sensibilità; fin da ragazzina, amava scrivere in prosa e poesia, affrontando temi esistenziali sempre profondi. Partecipa con entusiasmo alla nostra iniziativa, con una bella  lirica introdotta da una riflessione.

Siamo infelici, tanti di noi sono infelici, e sapete cosa? Va bene così. Smettiamola di convincerci e illuderci che sia sempre possibile rispondere in maniera positiva e diligente a questo inaspettato, assurdo, innaturale distacco dagli altri e dalla nostra stessa vita, dalla nostra normalità. Smettiamola di colpevolizzarci se non ci siamo alzati alle 8 per allenarci o se abbiamo nuovamente affogato i nostri dispiaceri nell’ennesima torta che abbiamo cucinato. Smettiamola di essere così esigenti e arroganti con noi stessi perché non riusciamo a dedicarci finalmente a quello che sognavamo di fare mentre maledicevamo la frenesia irrefrenabile delle nostre vite quotidiane. Smettiamola di fingere che quello che ci sta accadendo sia solamente una grande opportunità di rallentare e prendere un bel respiro, perché in molti casi, il respiro l’ha tolto. Ciò che ci sta accadendo è in realtà qualcosa di infinitamente grande e nuovo, c’è chi riesce a sorridere ugualmente a questa momentanea nuova vita, ma c’è anche chi non ne riesce a sentirla più propria, c’è chi è totalmente smarrito e non ha più le redini tra le mani. Ho scelto di comporre un testo poetico al riguardo perché è sempre stato per me il modo più facile e diretto di esprimermi e aprirmi ad un vasto pubblico, sperando possa essere per molti luogo di ritrovo e possa lenire questo fitto senso di lontananza gli uni dagli altri.

Immoto orologio

di Angelica Russo

Deserte le strade,
le case sono piene
di gente che in fondo
deserto ha nel cuore.

Tempo e durata
hanno lo stesso sapore,
un acre odore,
lo stesso rumore.

Il suono
dell’immoto orologio,
che rimbomba
dal soffitto al suolo.

Stretta tra le mura
della mia dimora
che passa da culla
a esser gabbia,

sogno il momento
in cui il tempo
non sarà più
un inganno.

Il progetto “Studenti e coronavirus”

L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.

Dipinto di Marc Chagall, “L’orologio”

Il progetto “Studenti e coronavirus”

L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.

1 Comment

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *