I profughi hanno precisi diritti, ma le nostre istituzioni li violano ogni giorno

di Roberto Malini

La constatazione che non esiste una politica umana verso i profughi mi dà la nausea. Notare che le istituzioni e le personalità politiche di sinistra e di destra, stranamente complici, nutrono solo la volontà di porre barriere insormontabili davanti a chi fugge da crisi umanitarie mi toglie ogni speranza nel futuro della civiltà. Vedere ancora una volta che i rifugiati sono destinati a essere respinti verso le stesse realtà di persecuzione cui si sono sottratti annienta anche l’ultimo briciolo della mia stima verso chi ci governa e chi vorrebbe governarci. Assistere ancora alla sottoscrizione di accordi fra l’Italia e nazioni in cui i diritti umani non esistono, mentre l’Unione europea si gira dall’altra parte mi rivela che non cambieremo mai, perché siamo crudeli, egoisti e indifferenti. E commettiamo crimini contro l’umanità.

La Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, all’art.33, sancisce il principio di non-refoulement affermando che

“Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche”.

Questo principio è una colonna della civiltà e ormai lo calpestiamo quotidianamente, perdendo ogni traccia della nostra umanità e divenendo a poco a poco mostri.

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